Alcune norme generali di pronto soccorso dovrebbero essere conosciute da tutti in quanto anche nella vita di ogni giorno ci possiamo trovare nelle condizioni di assistere la vittima di un incidente o in situazioni in cui è necessario un intervento rapido ed efficace. Anche in condizioni ottimali un aiuto professionale impiega alcuni minuti da quando è stato dato l’allarme prima di raggiungere la scena dell’incidente: per questo motivo, ad eccezione di alcuni casi di emergenza particolarmente acuta, l’atteggiamento più idoneo da tenere sulla scena dell’ incidente è l’attesa dell’ambulanza o del soccorritore professionale, confortando e rassicurando la vittima, e cercando di garantire la sicurezza degli uomini e mezzi presenti sulla scena. E’ opportuno ricordare in proposito che molte delle conseguenze negative di un incidente sono dovute a interventi di soccorso impropri, incompleti, senza cura della sicurezza della scena dell’incidente.
In barca la situazione è diversa per vari motivi. Prima di tutto perché il rischio ambientale è elevato, sia per gli strumenti di “lavoro” particolarmente potenti (boma, winches e relative manovelle, cime, catene di ancoraggio e verricelli) sia perché l’ambiente stesso in cui si svolge l’attività del diportista può essere origine di problemi specifici, o ne può amplificare la portata. Come esempi cito le ustioni da incauta esposizione ai raggi solari, i problemi legati alla caduta accidentale in acqua, l’ipotermia nei mesi freddi, le punture o i morsi, regalo di qualche rappresentate della fauna marina poco amichevole. Inoltre le varie manovre di primo soccorso devono essere eseguite in ambienti ristretti e su una base di appoggio instabile per i movimenti del mare. E’ anche importante tenere presente che spesso è necessaria almeno qualche ora prima di raggiungere un porto dove i soccorsi possono essere prestati da personale professionale.
Quindi in barca sarà qualche membro dell’equipaggio a dover sapere dove “mettere le mani” in caso di emergenza: in alcuni casi si dovranno eseguire immediatamene manovre “salvavita”; in altri casi lo scopo principale sarà di alleviare il dolore o di limitare i danni fino a raggiungere il porto più vicino.
Nelle prossime pagine saranno affrontati i problemi sanitari acuti che si possono presentare in navigazione. Saranno soprattutto trattati problemi che compaiono improvvisamente durante la navigazione in bacini relativamente piccoli, come appunto, il lago Trasimeno, tralasciando di trattare quelle situazioni che possono diventare pericolose in tempi più lunghi. Per quanto possibile si cercherà di non usare termini tecnici o poco comprensibili, anche se qualche volta non se ne potrà fare a meno.
E’ importante sottolineare subito alcuni principi generali dettati soprattutto dal buonsenso e dall’esperienza:
- Anche se alcune semplici manovre possono realmente salvare una vita, mentre vi apprestate a farle non pensate di essere George Clooney sul set di ER, o simili; in altre parole “non strafate”!
- Fate solo ciò che siete certi di saper fare, a meno che la situazione no vi lasci alternative.
Ricordate il principio di Ippocrate “Primum Non Nocere” (prima di tutto non fare altri danni).
- Se avete poco tempo, muovetevi lentamente ed evitate la concitazione; mentre eseguite un’azione cercate di pensare al prossimo passo.
- Ricordate sempre il detto latino “In Dubio Abstine”: se il pericolo non è immediato e gravissimo, qualche volta è meglio aspettare.
- Quasi sempre è utile pensare ad alta voce: dà più sicurezza a voi stessi e più conforto alla vittima che eseguirà più attentamente le vostre istruzioni.
Infine, un suggerimento: non aspettate il momento dell’emergenza per leggere questa sezione.
Alcuni concetti e nozioni con cui non abbiamo familiarità, sembreranno difficili da assimilare e da applicare nel momento della crisi. Invece se avremo avuto il tempo di “digerirli”, torneranno subito alla mente con una occhiata alla pagina giusta.